Le gemelle

Le gemelle

di Michele Rienzo

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3 commento/i

  • antonio arfelli
    26/06/2015 17:17

    Io ammiro molto la tua abilità, credimi sono preso dalla tua manualità, che si riconosce solo perché "volutamente" lasci vistose tracce, che potresti benissimo celare. La grande abilità sta anche nella modestia di lasciare un filo da seguire, per potersi stupire. Cionondimeno, con questa premessa che è un complimento, però io non capisco. Serve ancora l'obbiettivo? Certo, in un futuro che ci propone le stampanti tridimensionali, parlare di scultura con martello e scalpello è una romantica debolezza. Io, non essendo un ragazzo, sono debolissimo. Comunque, molto bravo Michele.

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  • Michele Rienzo
    26/06/2015 22:57

    Caro Antonio (mi permetto il "caro" perchè apprezzo molto la tua provata capacità di giudizio e di critica fotografica che va spesso oltre i giudizi e le opinioni da fotoclub). Per prima cosa ti ringrazio perchè sei una delle rare persone che in fondo ha compreso realmente che questi miei sono semplicemente giochi di fantasia. Per me Linhof o Hasselblad hanno senso solo per professionisti, la regola dei terzi (o, nel B/N, la gamma dei grigi) per me rappresentano limiti che mi permetto di non avere. La mia prima fotocamera era una Comet II (si era nel '61) e a tutt'oggi mi accontento di una compatta. Conosco però bene la sintesi sottrattiva, ricordo il Kodachrome 25, conosco la differenza tra radianza e luminanza, ma soprattutto da sempre mi sono nutrito di immagini do ogni tipo. E attualmente sono attratto moltissimo dalle possibilità infinite offerte dai programmi di postproduzione (ma in fondo i fotomontaggi non sono sempre esistiti? E le mascherature in camera oscura? E i viraggi?). Il bello della fotografia è che può dare spazio a chiunque abbia qualcosa da dire, magari, come succede a me, senza grandi risultati.

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  • antonio arfelli
    30/06/2015 02:07

    Caro Michele cosa posso dire? hai ragione. Molte pratiche del passato ottenevano risultati estetici molto belli che però spesso esistevano solo nell'immaginazione dell'autore. Come nel controllo di luci ed ombre nel sistema zonale. La grande abilità tecnica rispondeva a necessità di natura "estetica". Oggi in digitale quell'esperienza si è evoluta, e diventa anacronistico trarre delle conclusioni che prescindano da questa evoluzione. Parliamo comunque, ieri come oggi, di manipolazione "estetica" della realtà, con tutte le migliori intenzioni e premiati da risultati spesso molto belli, ma magari distanti dal reale. Ora io, per gusto personale, penso ad una fotografia specchio della vita, della realtà, ma è evidente che il fenomeno fotografico è un'arte, quindi come linguaggio visivo si esprime attraverso tante variabili. Allora la manipolazione digitale, photoshop, diventa un utensile al servizio dell'espressione. Con risultati tutti da verificare. Chiedo scusa a tutti, lo so, è un argomento da forum, mentre questo è spazio riservato ai commenti foto, leggero e dinamico. Amici scusate. Ultima cosa Michele: non dire per il tuo lavoro "senza grandi risultati".
    In risposta al commento di Michele Rienzo
    Commento: Caro Antonio (mi permetto il "caro" perchè apprezzo molto la tua provata capacità di giudizio e di critica fotografica che va spesso oltre i giudizi e le opinioni da fotoclub). Per prima cosa ti ringrazio perchè sei una delle rare persone che in fondo ha compreso realmente che questi miei sono semplicemente giochi di fantasia. Per me Linhof o Hasselblad hanno senso solo per professionisti, la regola dei terzi (o, nel B/N, la gamma dei grigi) per me rappresentano limiti che mi permetto di non avere. La mia prima fotocamera era una Comet II (si era nel '61) e a tutt'oggi mi accontento di una compatta. Conosco però bene la sintesi sottrattiva, ricordo il Kodachrome 25, conosco la differenza tra radianza e luminanza, ma soprattutto da sempre mi sono nutrito di immagini do ogni tipo. E attualmente sono attratto moltissimo dalle possibilità infinite offerte dai programmi di postproduzione (ma in fondo i fotomontaggi non sono sempre esistiti? E le mascherature in camera oscura? E i viraggi?). Il bello della fotografia è che può dare spazio a chiunque abbia qualcosa da dire, magari, come succede a me, senza grandi risultati.

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