di Carlo Lamia

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2 commento/i

  • Carlo Lamia
    24/03/2014 17:55

    Grazie Andrea, è un commento che mi arriva come un grosso complimento.
    Infatti, componendo così e calibrando il nero al suo limite più basso, è proprio un senso di oppressione, di aridità, di nulla un po' angoscioso che desideravo trasmettere.....un senso che a te, evidentemente persona (inconsapevolmente ? ) sensibile, è arrivato benissimo come "incombente" e "claustrofobico"....aggettivi che trovo ottimi complementi dei miei e del mio sentire.
    .......

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  • Carlo Lamia
    24/03/2014 18:00

    ..........Il cielo e la pianta mi sono sembrati un buon contrappunto compositivo ed anche significativo dell'idea che la vita alla fine vince su tutto, su qualsiasi aridità (anche su quelle mentali).
    Ancora Grazie.
    Carlo.
    P.S.: per la cronaca si tratta di una delle bocche spente dell'Etna, un posto che ha vissuto il suo affascinante "inferno".
    In risposta al commento di Carlo Lamia
    Commento: Grazie Andrea, è un commento che mi arriva come un grosso complimento.
    Infatti, componendo così e calibrando il nero al suo limite più basso, è proprio un senso di oppressione, di aridità, di nulla un po' angoscioso che desideravo trasmettere.....un senso che a te, evidentemente persona (inconsapevolmente ? ) sensibile, è arrivato benissimo come "incombente" e "claustrofobico"....aggettivi che trovo ottimi complementi dei miei e del mio sentire.
    .......

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