Di valentina freghetti / 2070 visualizzato/ STORIE
Susan Meiselas non é certo un nome nuovo per coloro che sono appassionati di fotografia documentaristica, la fotografa, membro dell'agenzia Magnum dal 1980 ha ricevuto, durante la sua carriera, tutti i principali premi di fotogiornalismo, tra cui il prestigioso Robert Capa Gold Medal.
Susan Meiselas non é certo un nome nuovo per coloro che sono appassionati di fotografia documentaristica, la fotografa, membro dell'agenzia Magnum dal 1980 ha ricevuto, durante la sua carriera, tutti i principali premi di fotogiornalismo, tra cui il prestigioso Robert Capa Gold Medal.
Meiselas ha speso piú di dieci anni in centro e sud america, documentando la rivoluzione in Nicaragua negli anni 80, la guerra civile in El Salvador e la fine del regime di Pinochet in Cile per citarne alcune delle zone da lei coperte.
Le sue fotografie, allo stesso tempo affascinanti e violente, sono facilmente riconoscibili, il suo stile, inconfondibile.
Nicaragua é probabilmente il suo lavoro piú controverso e se vogliamo, cruento in quanto documenta, senza mezzi termini le conseguenze delle rivolte e delle violenze.
Sicuramente d'impatto é quel paesaggio all'apparenza quieto, profondamente disturbato da quel corpo giustiziato senza pietá in cima a una collina, un paio di gambe da cui spunta qualcosa che, a guardare piú attentamente scopriamo essere una colonna vertebrale, un' immagine statica si, ma estremamente violenta, toccante.
La totalitá del suo lavoro, porta la giornalista ad avere un ruolo che va oltre quello del fotogiornalista, le sue immagini, le sue memorie ed esperienze sono ora sui libri di testo in Sud America, elevandola cosí ad un livello ancora piú alto nella storia della fotografia.
www.susanmeiselas.com
Meiselas ha speso piú di dieci anni in centro e sud america, documentando la rivoluzione in Nicaragua negli anni 80, la guerra civile in El Salvador e la fine del regime di Pinochet in Cile per citarne alcune delle zone da lei coperte.
Le sue fotografie, allo stesso tempo affascinanti e violente, sono facilmente riconoscibili, il suo stile, inconfondibile.
Nicaragua é probabilmente il suo lavoro piú controverso e se vogliamo, cruento in quanto documenta, senza mezzi termini le conseguenze delle rivolte e delle violenze.
Sicuramente d'impatto é quel paesaggio all'apparenza quieto, profondamente disturbato da quel corpo giustiziato senza pietá in cima a una collina, un paio di gambe da cui spunta qualcosa che, a guardare piú attentamente scopriamo essere una colonna vertebrale, un' immagine statica si, ma estremamente violenta, toccante.
La totalitá del suo lavoro, porta la giornalista ad avere un ruolo che va oltre quello del fotogiornalista, le sue immagini, le sue memorie ed esperienze sono ora sui libri di testo in Sud America, elevandola cosí ad un livello ancora piú alto nella storia della fotografia.
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